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Nel 1931, dopo aver ascoltato una conferenza sull’allora martoriato Messico, Nicola Martino Capelli, appena emessi i primi voti (23.09.1930) scrisse: “O Vergine dei martiri Messicani, concedimi che un giorno sia anch’io martire di Cristo Re e di Te, Vergine Immacolata. O Mamma ti scrivo ancora commosso dalla conferenza dell’altro sul martire Messico. Sono sicuro che per intercessione dei suoi martiri me la concederai. Tuo figlio, fr. Martino Capelli.”
Una grande devozione mariana, il sogno delle missioni, una splendida capacità intellettuale, e poi la scoperta dell’entusiasmo pastorale quando è chiamato ad aiutare i preti nei dintorni di Castiglione – ecco alcuni tratti della personalità di P. Capelli. Il 20 luglio p. Capelli partì per il paese di Salvaro per aiutare mons. Mellini, l’anziano parroco. Con l’arrivo del salesiano Don Elia Comini, col quale fraternizzerà fino alla morte, p. Capelli poté accettare vari impegni di predicazione, che gli furono chiesti dai parroci dei dintorni.
Quindi il 29 settembre 1944, essendo chiamati a soccorrere un ferito, sul cammino furono arrestati dai tedeschi p. Capelli e p. Comini, ritenuti delle spie. I soldati si servirono di loro per il trasporto di munizioni, facendoli salire e scendere il monte sotto la loro scorta. Furono poi rinchiusi, con un numeroso gruppo di altri rastrellati, nella scuderia della canapiera di Pioppe di Salvaro. Dopo due giorni di crudele prigionia, la domenica 1° ottobre, p. Capelli e p. Comini, insieme ad altri 44 prigionieri, condotti alla cosidetta ‘botte’ della canapiera, furono falciati dalle mitragliatrici delle SS naziste. Qualcuno fingendosi morto sotto la catasta dei trucidati, riuscirà a mettersi in salvo, dopo la partenza dei soldati tedeschi. Sarà uno di loro che ricorderà l’ultimo gesto sacerdotale di P. Martino: ferito a morte, si alzò a fatica, pronunciando ancora qualche parola e benedicendo. Tracciando quest’ultima benedizione, cadde con le braccia in croce. Aveva 32 anni. Di lui e di tutti gli altri trucidati si persero le tracce, pochi giorni dopo: aperte le paratie, l’acqua travolse i corpi, trascinandoli nel fiume Reno.
"Un giorno, o Mamma, ci rivedremo sul letto di morte del mio martirio" (p. Capelli nella sua Consacrazione alla Beata Vergine Immacolata, 8.12.1932) (Fonte: Missionario mancata – martire esaudito – P. Martino Capelli scj; Postulazione scj, Bologna 1996) |
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