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Il servizio dell'autorità - principi

Parte Quarta

IL SERVIZIO
DELL’AUTORITÀ

1. Principi e fondamenti

106. Nella Chiesa, corpo di Cristo,
la nostra Congregazione
deriva la propria unità
dall’amore di Cristo che ci riunisce
e dalla fedeltà di ciascuno di noi
e delle nostre comunità
alla missione comune descritta dalla Regola.



107. L’unità della comunità e la sua fedeltà,
nel rispetto delle persone
e della loro vocazione,
nella nostra Congregazione,
devono illuminare l’esercizio dell’autorità
e tutti i problemi di governo.

Ai diversi livelli in cui essa viene esercitata,
locale, provinciale e generale,
l’autorità, servizio comunitario e fraterno,
è un vero ministero.

L’esempio di Cristo,
il Signore e il Maestro,
in mezzo ai suoi discepoli come colui che serve,
ne è la norma e il modello
(cf. Lc 22,24-27; Gv 13,13-15).



108. Con l’approvazione delle Costituzioni,
la Chiesa, in nome di Cristo,
garantisce con la sua autorità
il mandato affidato ai Superiori
nella comunità (cf. LG 45).

E costoro esprimono la comunione con la Chiesa
per mezzo della professione di fede,
che emettono assumendo l’ufficio,
secondo la formula
approvata dalla Sede Apostolica.



Dialogo e corresponsabilità

109. Nelle nostre comunità,
è in un dialogo sincero e fraterno,
alla luce e in vista del bene comune,
che noi ricerchiamo insieme
la volontà di Dio.

I Superiori, ascoltando volentieri i loro fratelli
e lasciandosi illuminare dai loro pareri,
anche con l’aiuto del loro Consiglio
e secondo le norme del diritto universale,
prenderanno le decisioni
che sono di loro competenza (cf. PC 14; ET 25).
L’autorità e l’obbedienza, infatti,
al servizio del bene comune,
nella corresponsabilità,
sono due aspetti complementari
della stessa partecipazione
all’oblazione di Cristo (cf. ET 25).



110. Organismi adatti e competenti,
come consigli, commissioni,
conferenze, capitoli,
sono istituiti ai diversi livelli
locale, provinciale o generale,
della vita della Congregazione,
per favorire il dialogo
e la collaborazione di tutti,
espressione della partecipazione
e della sollecitudine di tutti i membri
per il bene dell’intera comunità
(PC 14).



111. Questa partecipazione e questa corresponsabilità
si esprimono in modo particolare
al momento della designazione
delle diverse cariche,
attraverso la consultazione
di tutti i membri della comunità interessata,
locale, regionale o provinciale,
secondo le norme del Direttorio generale.

All’ufficio di Superiore non può essere eletto o nominato che un religioso sacerdote professo di voti perpetui.

Le elezioni a un ufficio, effettuate secondo il Direttorio provinciale, devono essere confermate dal Superiore maggiore competente con voto deliberativo del suo Consiglio.



Unità e decentramento

112. L’unità fondamentale di tutta la Congregazione
è un valore essenziale da promuovere
per il bene stesso della Chiesa.

Di questa unità,
nella fede dinamica
allo spirito e alle intenzioni del Fondatore,
tutti, e in primo luogo i Superiori,
sono personalmente responsabili.

Unità, tuttavia, non significa uniformità:
nell’esercizio dell’autorità,
e per l’organizzazione delle comunità,
si cercherà un giusto adattamento,
tenendo conto della situazione delle persone
e delle circostanze (cf. PC 3).



113. A tale scopo,
in conformità ai criteri di decentramento,
i Superiori, ai diversi livelli,
saranno muniti delle facoltà necessarie,
in modo da evitare ricorsi troppo frequenti
alle autorità superiori.

In ogni Provincia,
il Direttorio provinciale,
approvato dal Capitolo provinciale
e confermato dal Consiglio generale,
raccoglie le norme particolari
adattate alla vita e alle attività della Provincia.



114. I Superiori,
nell’esercizio della loro autorità,
in forza del principio di sussidiarietà,
rispetteranno la legittima autonomia
delle Province e delle comunità.

Sapranno anche intervenire
per stimolare, aiutare
e autenticare le ricerche,
o, in caso di inadempienza accertata,
per salvaguardare il bene comune.

Le visite dei Superiori maggiori
possono e devono essere a questo scopo
l’occasione di un vero incontro
spirituale e pastorale
dei religiosi e delle comunità,
per il bene di ciascuno
e per l’unità dell’intera Congregazione.


Una formazione e un'incorporazione progressive
Partecipi della missione della Chiesa